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Fare attività fisica

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La capacità di spostarsi autonomamente garantisce al malato l'opportunità di fare esercizio, rimanere in forma e mantenere un certo grado di indipendenza. Passeggiare e svolgere una qualsiasi attività fisica migliora la circolazione e promuove un senso generale di benessere. Fare movimento, inoltre, aiuta a contrastare l'irrigidimento delle articolazioni, la diminuzione delle masse muscolari e la decalcificazione ossea. A rendere difficoltoso il movimento possono poi contribuire vari problemi fisici. Tuttavia, con la perseveranza e l'incoraggiamento possiamo riuscire a mantenerlo attivo e più indipendente. Anche l'assistenza potrebbe diventare meno faticosa e meno impegnativa a livello emotivo.


Informazioni e consigli pratici

Esercìzi rivolti a chi assiste un paziente affetto da Demenza: ricordo che la durata dell’attività non deve superare i 40/50 minuti, e le sedute possono essere svolte per 2/3 volte la settimana.

Per facilitarvi il lavoro, alleghiamo alla descrizione sommaria dell’esercizio, una foto che ritrae la posizione di partenza dell'esercizio ed una che ritrae la posizione di arrivo.


Esercizi destinati al miglioramento della forza

Esercizio n.1

esercizio n.1

Questo tipo di esericizio coinvolge a fondo i muscoli della coscia, ma anche i glutei e visto che la partenza avviene da seduto (su una sedia possibilmente senza braccioli), con la schiena in appoggio, c'è anche un minimo coinvolgimento della parete addominale.

Fate alzare e sedere il paziente in sequenza.


Esercizio n.2

esercizio n.2

Questo tipo di esericizio, con l'utilizzo di bottigliette d'acqua riempite a seconda delle necessità, coinvolge i muscoli bicipite brachiale, il deltoide ed i muscoli del cingolo scapolare. Fate alzare ed abbassare le braccia, come imitare il volo di un uccello.


Esercizio n.3

esercizio n.3

Questo tipo di esericizio, con l’ausilio di elastici, coinvolge anche i muscoli della parte posteriore del tronco quali i romboidei, il trapezio ed il gran dorsale. C'è anche un coinvolgimento dei quadricipiti, anche se in isometria. Fate tirare gli elastici come imitare il gesto del rematore.

Fate eseguire gli esercizi n.2 e n.3 per due serie da dieci ripetizioni, con un intervallo di un minuto o comunque fino al recupero: non fatelo andare in affanno!


Esercizi per il miglioramento della flessibilità e della mobilità

Esercizio n.4

esercizio n.4

Questo tipo di esericizio, con i bastoni, mobilizza la parte superiore del tronco e tutti i muscoli del cingolo scapolare. Fate ruotare il bastone in un senso e nell’altro per una decina di volte.


Esercizio n.5

esercizio n.5

Con questo tipo di esericizio, sempre con il bastone, allunghiamo i muscoli gran dorsale, grande pettorale, i muscoli anteriori del collo (con una piacevole espansione della gabbia toracica). Fate portare il bastone sopra la testa, mantenendo lo sguardo sul bastone stesso: fate mantenere la posizione per un minuto.


Esercizio n.6

esercizio n.6

Con questo tipo di esericizio mobilizziamo l’articolazione dell’anca e parte dei muscoli che fanno riferimento a quest'area (da eseguire solo se il paziente non ha avuto protesi d'anca). Fate impugnare il ginocchio, razionandolo contro il petto: fate mantenere la posizione per un minuto.


Esercizio n.7

esercizio n.7

Con questo tipo di esercizio, cioè camminare a serpentina tra una fila di birilli (si trovano in commercio quelli di plastica colorata per bambini), aiuta il soggetto a migliorare l’orientamento nello spazio.


Esercizio n.8

esercizio n.8

Con questo tipo di esercizio, si lancia la palla chiedendo al paziente di rilanciarcela, magari facendola rimbalzare al suolo. Mentre si eseguono i passaggi si possono scandire ad alta voce, ad esempio, i giorni della settimana o i mesi dell’anno: in questo caso si ha uno stimolo alla relazione ed alla memoria.


Esercizio n.9

esercizio n.9

Con questo tipo di esercizio, immaginando di avere una linea tracciata sul pavimento, (noi utilizziamo a questo scopo la linea della fuga delle mattonelle del corridoio) chiediamo al paziente di camminare mettendo i piedi esattamente uno davanti all’altro facendo "punta-tacco", andando così a ridurre la sua base d’appoggio; in questo caso lavoriamo sull’equilibrio.

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