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Bye Bye Vitamine

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Bye Bye Vitamine

Rachel Khong

2019

Come faccio sempre con i testi tradotti, ho iniziato a leggere il libro dalle considerazioni della traduttrice, che evidenzia le caratteristiche di questo "...libro tenero, agrodolce e allo stesso tempo profondo e intelligente...". Il racconto si basa sull’esperienza vissuta dall’autrice durante un anno (da Natale a Natale) trascorso a casa con la madre e il padre malato di Alzheimer, al quale si deve il titolo. La storia inizia con la protagonista (Ruh), che torna a trascorrere il Natale dai genitori dopo essere stata lasciata dal compagno (Joel, che la rassicurava…non preoccuparti, per me ci sei solo tu). La madre (Annie) chiede alla figlia di restare un anno perché suo padre (Howard, professore di storia all’università) "...Negli ultimi mesi ha saltato molte lezioni ed è scoppiato a piangere nell’Aula Magna... non si potevano rischiare altre incongruenze...". Inizia così un diario in cui Ruth registra la vita di tutti i giorni, ricorda gli avvenimenti passati, annota i cambiamenti della madre, quelli del padre (che pensa ancora di insegnare), ma scopre anche un taccuino dove lui ha scritto per anni appunti sull’infanzia della figlia. La protagonista parla quindi "...Della memoria che si conserva e di quella che si perde... della vita che vorremmo e di quella che ci è toccata. E considera che... forse è per questo che mia madre mi ha chiesto di rimanere: non voleva restare sola con lui... so che il significato delle cose il più delle volte è invisibile... ci sono cose contro cui provi a combattere e altre di fronte a cui devi arrenderti...".


Silvia Rota Sperti ammette di aver spesso incontrato difficoltà nella traduzione, in quanto l’autrice guarda gli avvenimenti da angolature sempre diverse, e non tralascia mai gli aspetti umoristici, che riconosce anche nelle situazioni più drammatiche. Così, accanto al padre c'è sempre la figura della madre; il fratello (Linus) fa ritorno a casa; l’amica d’infanzia (Bonnie) e il suo ragazzo (Vince) entrano ed escono dalle vicende vissute da Ruth; lo zio John compare assieme alla compagna, ad altri parenti, amici, conoscenti. Ognuno porta con sé le delusioni, le speranze, le gioie e i fallimenti della propria vita, ma tutti sono alla ricerca di qualche soluzione, che la scrittrice propone nel finale del libro "...Dove il padre insegna ai suoi e ai lettori a restare sempre con i piedi e la mente ancorati al qui e ora...".


In tutta la narrazione l’autrice affronta la malattia del genitore con un approccio originale, privo di sentimentalismi, mentre la tecnica del diario le permette di spaziare dalla vita attuale, con i ricordi recenti (l’amore finito), a quelli del padre, per il quale i ricordi invece sono "...Qualcosa a cui aggrapparsi per continuare a vivere... ricordare è capire... non importa chi si ricorda cosa: purché qualcuno si ricordi qualcosa...". Ruth torna in quella che è stata la sua casa in California "...Per le feste la mamma preparava di tutto... adesso ha smesso di cucinare, allo stesso modo in cui una persona può smettere di fumare. L'ha fatto per papà...". La mamma è ancora bella, i lineamenti cinesi la fanno sembrare più giovane della sua età; da piccola è stata abbandonata dai genitori e adottata da americani che sono morti in un incidente d’auto. È andata da poco in pensione dalla scuola e ora fa supplenze e frequenta un gruppo di lettura. Dicembre. Il Natale trascorre tra le tradizioni e le novità dovute alla malattia di Howard, mentre per l’anno nuovo Ruth incontra vecchi e nuovi amici "...Non mi è mai piaciuto il capodanno... ho ancora al dito l'anello di Joel... stanotte ho sognato che prendevo la pioggia. Joel stava reggendo l'ombrello, ma ad un certo punto se n'era andato...".

Gennaio. Dato che Annie ha chiesto alla figlia di fermarsi un anno, Ruth decide di lasciare il lavoro e l’appartamento dove abitava "....Quando ho traslocato, dopo che Joel mi aveva lasciato… mi aiutava un amico, che alla fine mi ha dato dei colpetti sulla schiena, come se fossi un vecchio cane moribondo… quando parlo di Joel nella mia voce sento delusione... le cose nascono quando c’è condivisione. E muoiono quando smetti di condividere...".


Nel viaggio verso casa Ruth passa a trovare il fratello (Linus) "...Non puoi tornare a casa?... è nostro padre. Il fatto è che Linus è arrabbiato con papà. è un bugiardo, un alcolizzato, un imbroglione. Abbiamo cinque anni di differenza e io non ho vissuto le stesse cose che ha vissuto lui... nostro padre ha ripreso a bere dopo che sono andata al college...".


Dopo la risposta negativa Ruth riparte da sola; attraversa altopiani, deserto e infine arriva "...La nostra casa ha un odore freddo e familiare... papà resta chiuso nello studio tutto il giorno.. Continuo ad aspettare che il suo umore cambi... mi sto abituando alle cose... l’odore degli eucalipti, le mattinate fredde e silenziose...". Poi improvvisa la domanda di papà "...Perchè non te ne vai a casa?... comincio a capire che non posso non rimanere...".

Intanto anche l’amica del cuore (Bonnie) ha problemi con il ragazzo "...Mi consola sapere che anche lei è sulla barca delle single, che in realtà è più una canoa...". Nel frattempo Theo, l’assistente di Howard, propone di far tenere lezioni al professore all’insaputa del Direttore "...Lui vuole insegnare e noi impareremo...".


Febbraio. La frequentazione dell’ambiente universitario però ricorda a Ruth il suo abbandono dell’università quasi al termine per seguire Joel "...Mi faccio influenzare facilmente... è uno dei miei problemi. I miei genitori non sanno che non mi sono mai laureata. Ho dovuto mentire un po'... sono stata un'idiota a non terminare gli studi...". L'insegnamento sembra far bene ad Howard, che è tornato a fare progetti. Tiene una lezione sulla California ricordando che forse fu abitata anticamente dalla Amazzoni; poi tra il XVI e il XVIII secolo arrivarono gli spagnoli, che non trovarono niente di interessante tranne alberi, montagne e nebbie.

Intanto Ruth cerca sui social informazioni sull’Azheimer, sui cibi da consumare "...Il rosmarino è l’erba della memoria e lo metto dappertutto... bisogna mangiare cavoli e broccoli (verdure crucifere, perché hanno i fiori a forma di croce), e anche noci, frutti di bosco, acido folico... anche se una dieta non può cancellare un danno esistente... lo so... leggo che la persona più giovane malata di Alzheimer aveva 30 anni... ultimamente sono diventata più buona con i vecchi... che forse hanno dei disturbi che influenzano il loro comportamento. Papà sa che Joel non è più il mio fidanzato, tranne quando non lo sa, e mi dice... quando hai trovato quello giusto lo sai e basta... Ho conosciuto Joel al College... mi ha invitata, ho lanciato in aria una monetina e ci sono andata. Maledetta monetina...".


Le lezioni di Howard continuano sull’acquedotto di Los Angeles, la corsa all’oro, "...A quei tempi era tutto un azzardo..e forse lo è ancora oggi... siamo a marzo e sembra primavera. Facciamo lezione all’aperto e papà è contento...". Mentre riordina dei cassetti Ruth trova la richiesta di divorzio dei genitori; risale a due anni prima. Insieme trova un foglio scritto dalla madre: ”...Lascia le bottiglie vuote tra i sedili della macchina. Si schianta contro un cespuglio davanti a casa. Howard ubriaco... Howard mi rende triste...”. Si accorge così che "...È per questo che venivo a trovarli così poco. Non volevo una conferma di quanto diceva Linus. Volevo preservare il ricordo di un padre perfetto. Non volevo essere costretta a prendere posizione... un paio di anni fa papà mi ha confessato la storia con un'insegnante, come mi aveva detto Linus... lui mi ha detto che amava mia madre...".


Aprile. "...Il sapone non fa schiuma... perchè papà ha spennellato la saponetta con lo smalto per le unghie. Pesce d’aprile dice contento...". Nel suo studio c’è un acquario senza pesci e lui commenta "...Sapevo che mancava qualcosa...". Oggi è il compleanno di papà. Metto solo 30 candeline e lui annuncia: "...Tanti auguri a me che compio 30 anni...".


Papà fa lezione a Disneyland; sulle tazze volanti è felice. Poi, durante la lezione a cavallo sui Pony Express, l’incontro con il Direttore di Howard che scopre le lezioni non autorizzate "...Papà non mi rivolge più la parola...". Parla solo con mamma. Poi ha cominciato ad urlare e lancia un piatto sulla parete.


Maggio. Il fratello Linus torna a casa. "...Papà lo abbraccia. Ci ha preparato il caffè. Sembriamo persone normali in una situazione normale. Non sappiamo come vivere sotto lo stesso tetto con papà... papà che urla fuori della porta: Annie ti amo. Ma la porta non si apre. È sempre stato così: uno da un lato della porta e uno dall’altro. Mamma mi chiede: perché non venivi a trovarci Ruth?. Non volevo vedervi soffrire. Non volevo vedere confermate le mie paure. Era meno doloroso così: non aiutarvi, non salvarvi, lasciarvi soli e basta. Annie commenta: Non pensavo che sarebbe stato così avere una figlia. Papà è uscito in boxer e viene riportato dalla polizia. Mamma lo abbraccia e lui piange...".

Il suo studio è sempre sottosopra: pagine di libri strappate, pane ammuffito dovunque. L’acquario è coperto con un lenzuolo e i pesci hanno perso il colore. Giugno. Per qualche motivo le cose sembrano migliorare. Annie torna in cucina e Ruth va in bici assieme al fratello e al padre. Theo invita Ruth a fare colazione "...Tu e Joel... è stata la storia più lunga?... gli racconto di quella volta in cui, dopo che ci eravamo lasciati, ero seduta al parco da sola e un piccione ha fatto la cacca nei miei maccheroni... ho pensato di continuare a mangiare... Joel che mi diceva: Non fraintendermi, ed io ho frainteso tutto... e poi Sii presente... mentre le parole mi sfuggono veloci... dissolvendosi nel passato...". Theo, a sua volta, racconta a Ruth della sua fidanzata al college "...Una storia sofferta. 9 Luglio. Da oggi ho 31 anni. Papà mi ha regalato il diario rosso dove tra le tante cose ha scritto: Ho pensato a cosa darei per poter fermare il tempo in questo istante... aspetto il giorno in cui mi abbandonerai... darei tutto, qualsiasi cosa pur di tenerti qui...”.

All'università Ruth entra nell’ufficio del direttore di Howard e "...Gli incollo i tappi di tutte le penne. Penso a cos’altro potrei fare senza correre il rischio di venire arrestata... nella sua fase peggiore mio padre si portava a lezione una bottiglietta di plastica piena di gin... vado al supermercato e quando torno trovo mio padre appollaiato sul tavolo, con la testa tra le ginocchia... mi chiede: Sei mia figlia? Una cosa che amo dei postumi delle sbronze. Ti danno modo di apprezzare le cose normali... mi piace anche il fatto che avere una giornata terribile sia una garanzia che il giorno dopo andrà molto meglio.

Mi hai accennato che c'erano delle cose nella tua testa, ma ultimamente facevi fatica ad inquadrarle. Ti sembrava che tutti i pensieri fossero dentro una scatola chiusa con il nastro adesivo... che tu sei incapace di aprire...".


Agosto. Howard scappa di nuovo ma ricompare a casa "...Non sapevamo se essere arrabbiati o sollevati...".


Settembre. Howard chiede alla figlia del suo lavoro in ospedale "...Avevo sempre pensato che non ti interessasse, che fossi deluso per la mia scelta. Ti ho spiegato cosa facevo per vivere (ecografie)...".


Ottobre. "...Oggi avevo un'aria abbattuta e tu mi hai detto: si chiama autunno, tesoro... siamo andati a correre... e mi hai doppiato senza difficoltà...".


Novembre. Joel telefona a Ruth per dirle che si sposa e aspetta un figlio dalla compagna. Theo esce con Ruth "...È vietato disperarsi... le cose finiscono... soprattutto quelle belle. Va così. Ci siamo seduti su una panchina. Theo non ha provato a fare nulla e io non ho provato a fare nulla... era bello... avrei voluto essere stata più coraggiosa in tante occasioni... avrei voluto che le cose non fossero come erano...".

Ruth a passeggio con il padre "...Soffiava un vento leggero... e faceva freddo, ma non troppo. Hai ripetuto che era una bella giornata, o perché ci tenevi a dirmelo, o perché ti eri dimenticato di averlo già detto, ma all’improvviso non aveva più importanza cosa ti ricordassi e cosa no... l'unica cosa importante era che fosse una bella giornata...".


Dicembre. Hai detto: "...Presto sarai libera di andartene... sono ancora tuo padre e sono ancora io che comando... non volevi che mi sentissi obbligata a restare... non volevi che ti vedessi dare i numeri. Ti ho risposto che ero una donna adulta e non dovevo darti retta per forza...".


Il Natale viene festeggiato a casa di Ruth. Ci sono tutti (loro quattro), Theo, lo zio John e la compagna Lisa, Bonnie e i genitori. Tacchino, aperitivi, dolci, allegria; poi quando la mezzanotte è passata e non è più Natale, noi soli "...Usciamo in fila indiana dalla porta... è una serata normale... la luna è qualcosa di splendido. Mamma ti accompagna tenendoti per un mignolo. Tira fuori un'arancia sbucciata e la passa a Linus perché distribuisca gli spicchi. Mamma ha portato un'arancia, papà dice Linus. Ricevuto dici tu e poi Passo e chiudo. E ti seguiamo tutti, uno dopo l'altro, nel buio: ancora, ancora, ancora. Fuori, fuori, fuori...".

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