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racconti e poesie pensieri sull'alzheimer

Racconti, poesie e pensieri sull'Alzheimer

L'Alzheimer è un argomento delicato e complesso, ma anche molto importante. La letteratura, in tutte le sue forme, può essere un modo potente per affrontare questa malattia e può aiutarci a comprendere meglio cosa significa vivere con l'Alzheimer, sia per chi ne è affetto che per chi gli sta accanto.

Le storie possono farci sentire meno soli e aiutarci a connetterci con altre persone che stanno affrontando esperienze simili. Esistono numerosi racconti che trattano dell'Alzheimer da diverse prospettive, sia quella del malato, sia quella dei familiari.

La poesia e la narrativa possono offrire conforto e speranza, anche in momenti difficili. Molti poeti hanno scritto versi toccanti sull'Alzheimer, esplorando temi come la perdita di memoria, l'amore incondizionato e la fragilità della vita.

L'Alzheimer è una malattia complessa e ogni esperienza è unica. 

Nel labirinto dei ricordi

Nel labirinto dei ricordi

La poesia descrive l'esperienza di amare qualcuno che sta perdendo la memoria, un tema centrale nell'Alzheimer "labirinto dei ricordi smarriti", "il tempo ti sfugge via", "il nome si perde", "il volto si fa nebbia leggera". Nonostante la perdita di ricordi e identità, l'amore del poeta rimane costante "il mio amore resta, saldo, e ti avvolge", "un filo d’amore che mai si spezza". La voce amata è un "faro" che persiste. È un'ode all'amore che trascende la perdita di memoria causata dalla malattia.

Il viaggio

Il viaggio

La poesia è una toccante invocazione rivolta ai figli da parte di genitori anziani che vivono una condizione di oblio, suggerita dagli "occhi vacui" e dai "pensieri lontani", elementi che possono richiamare l'Alzheimer. Chiedono presenza silenziosa e vicinanza affettiva "siate qui con noi silenti, ma vicini". Si descrivono avvolti in una "nebbia", amati e mai dimenticati. La loro vita è definita "solitaria" e un ritorno all'infanzia, bisognosi d'amore. Si presentano come custodi di ricordi affettuosi dati ai figli. Infine, chiedono un gesto di accoglienza "Tendete le vostre braccia a noi viaggiatori senza meta...".

La poesia più bella sull'Alzheimer

La poesia più bella sull'Alzheimer

La poesia esprime il sentire di una persona affetta da demenza, probabilmente Alzheimer, che chiede comprensione e accettazione "Non chiedermi di ricordare, lasciami riposare". Confessa la propria tristezza, smarrimento e dipendenza affettiva "ho bisogno di te". Supplica di non essere giudicata o rimproverata, riconoscendo la propria incapacità di cambiare la situazione. Richiede amore e cura costanti, ricordando il proprio ruolo passato di protezione. La poesia comunica il bisogno di affetto e presenza nel difficile percorso della malattia, sottolineando un amore che persiste nonostante la perdita di memoria e autonomia.

I racconti di Ezio - La visita (episodio 3)

I racconti di Ezio - La visita (episodio 3)

In questo terzo racconto di Ezio, il tema dell'Alzheimer è ancora più evidente attraverso la descrizione del suo "esame" con la "dottoressa". La sua difficoltà nel ricordare "il nome del pittore", la sua interpretazione letterale e fuori contesto delle domande "la sveglia come regina degli scacchi, contare saltando fisicamente", e la sua incapacità di riconoscere gli animali mostrano il suo declino cognitivo.

I racconti di Ezio - La doccia (episodio 2)

I racconti di Ezio - La doccia (episodio 2)

Ancora una volta dal punto di vista di Ezio, il racconto prosegue nel descrivere la sua realtà distorta a causa dell'Alzheimer. La sua confusione spazio-temporale è evidente nel non ricordare il giorno e nel percepire la donna che lo assiste come un'aliena. Le sue interpretazioni bizzarre delle azioni di lei  "il saluto al sole" e del mondo circostante "il bar, gli altri anziani" mostrano il suo disorientamento cognitivo.

I racconti di Ezio - Dicono (episodio 1)

I racconti di Ezio - Dicono (episodio 1)

Il racconto è narrato dal punto di vista di Ezio, un uomo anziano che manifesta chiari sintomi di Alzheimer, pur negando di "rimbambire". Attraverso i suoi pensieri confusi e le sue interpretazioni distorte della realtà, emerge la sua perdita di memoria, le chiavi, il mobile, il disorientamento temporale e spaziale, e la difficoltà nel riconoscere le persone come il nome della donna che vive con lui.

Era la cosa giusta

Era la cosa giusta

La poesia è un toccante omaggio a una madre che non parla più, i cui occhi però continuano a comunicare. Il desiderio del figlio di portarla in giro e presentarla "questa è la mia mamma" contrasta con la sua immobilità. I versi "anche se non parlavi. I tuoi occhi hanno sempre sorriso" e il "tuo sguardo gridava di toglierti da lì" suggeriscono una condizione di non-comunicabilità e sofferenza, elementi che possono associarsi all'Alzheimer nelle fasi avanzate. Il bisogno del figlio di starle vicino, di toccarla e farle sentire la loro presenza, nonostante la sua apparente assenza, evidenzia l'amore filiale di fronte alla malattia che isola. La riflessione finale del figlio sul non aver compreso appieno l'amore materno aggiunge un velo di rimpianto.

Angelo custode

Angelo custode

La poesia, iniziando con il dubbio "Forse Alzheimer?", introduce un elemento di fragilità. Tuttavia, il focus si sposta su una presenza rassicurante, un "angelo custode" che offre protezione e guida nei "momenti bui". Questa figura invisibile dona forza "mi sento più forte". Sebbene il sospetto dell'Alzheimer sia accennato, il tema prevalente è la ricerca di conforto e protezione interiore di fronte all'incertezza, una forza spirituale che sostiene nonostante le difficoltà.

Riposino pomeridiano

Riposino pomeridiano

La poesia descrive un risveglio angosciante con perdita di identità e disorientamento "non mi riconoscevo, non sapevo più chi ero, tutto era buio". La difficoltà nel raggiungere i propri cari e il non riconoscerli "non vi conosco" sono elementi che possono associarsi all'Alzheimer. Il sentirsi "ritornare bambina" e la ricerca tra i ricordi suggeriscono una regressione. Il verso finale "forse Alzheimer?" esplicita il timore della malattia come possibile spiegazione di questa esperienza di confusione e perdita di sé. La poesia cattura la paura e l'incertezza di fronte a sintomi che potrebbero indicare l'inizio della demenza.

Il bar

Il bar

La poesia ritrae la quotidianità degli anziani del paese al bar, descritti con "occhi spenti" ma "voce vivace", che trascorrono il tempo insieme, spesso in una solitudine condivisa. I giovani li osservano con indifferenza, incapaci di comprenderli. Sebbene non esplicito, gli "occhi spenti" potrebbero suggerire una perdita di vivacità interiore che può accompagnare l'età avanzata o malattie come l'Alzheimer. La loro "solitudine" in compagnia potrebbe riflettere l'isolamento emotivo che a volte si manifesta. Tuttavia, il tema principale è il divario generazionale e la diversa percezione del tempo e della vita.

Baluginìo

Baluginìo

La poesia evoca un senso di speranza che affiora "un tenue bagliore", "un baluginìo" in un contesto naturale, tra alberi e campi di grano. Il tema centrale è la resilienza e la capacità di "rinascere" e "sbocciare" nonostante la "miseria del mondo". Non emerge direttamente il tema dell'Alzheimer, ma si potrebbe interpretare la fragilità del "tenue bagliore" come un richiamo alla perdita di lucidità che la malattia comporta, e il desiderio di "rinascere" come un anelito a ritrovare se stessi. Tuttavia, il focus principale è sulla speranza e sulla forza vitale che persiste.

Raggio verde, filo rosso

Raggio verde, filo rosso

La poesia descrive un momento di intensa connessione emotiva e spirituale tra due anime "destinati ad incontrarsi con l’anima gemella", "il filo rosso ha unito le nostre anime". La distanza fisica "i nostri corpi sono distanti" non intacca questo legame profondo. Il desiderio di comunicare "vorrei parlarti, dirti ciò che sento" è presente. La citazione finale in tedesco esprime un senso di pace e ritorno a casa dell'anima. Non emerge direttamente il tema dell'Alzheimer, ma la distanza e il desiderio di comunicare potrebbero, in un'interpretazione più ampia, evocare le barriere create dalla malattia, pur mantenendo un legame affettivo interiore. Tuttavia, il tema centrale è l'unione spirituale e l'amore che trascende la distanza fisica.

Sonata a quattro mani

Sonata a quattro mani

La poesia esplora il percorso "dall'esclusione" alla "libertà interiore" e alla connessione con gli altri. La "svolta" e le "cose nuove che prima non capivo" potrebbero alludere a un cambiamento di prospettiva. Il "camminare su di uno stretto sentiero al di sopra dell’abisso" evoca una condizione di fragilità. L'accettazione dei propri limiti e la comprensione della propria "diversità" sono temi centrali. Sebbene non esplicito, il sentirsi "esclusi" e il cambiamento nella comprensione potrebbero risuonare con l'esperienza di chi vive con l'Alzheimer, ma il focus principale è sull'accettazione di sé e sulla fiducia.

Ed ecco le mie poesie...

Ed ecco le mie poesie...

La poesia parla della forza della scrittura "le mie poesie, mi hanno dato la forza" nell'affrontare un "cammino in continua salita", metafora delle difficoltà della vita. Invita a superare le barriere mentali "rompere il cerchio", "gabbia" per percepire il mondo direttamente attraverso i sensi "toccare, vedere, ascoltare". Sebbene non menzioni esplicitamente l'Alzheimer, il "cammino in continua salita" e la necessità di "ricominciare daccapo" potrebbero risuonare con le sfide poste dalla malattia. Tuttavia, il focus principale è sulla resilienza, sulla percezione diretta e sulla ricerca di sé.

Le colpe...

Le colpe...

La poesia esplora temi di legami familiari che si "spezzano", un "mondo di sentimenti" inesprimibili, dolore e gioia, e una faticosa ricerca interiore "camminare, camminare". Sebbene non citi direttamente l'Alzheimer, la rottura di un legame fondamentale e la difficoltà nel comunicare "pensieri che non possono essere detti" potrebbero evocare le sfide relazionali poste dalla malattia. La ricerca di una "strada" e la sensazione di "buio intorno" potrebbero riflettere la confusione e la perdita di orientamento. Tuttavia, il messaggio finale è di ritrovata libertà e chiarezza.

Battere il mostro

Battere il mostro

Il racconto di Pierluigi è una toccante e personale testimonianza sull'esperienza di avere una madre affetta da Alzheimer. Attraverso i suoi ricordi e riflessioni, emerge la frustrazione e il dolore nel vedere la persona amata perdere progressivamente le proprie facoltà: la difficoltà nel comunicare, la perdita di riconoscimento, gli strani comportamenti quotidiani, la scomparsa dei ricordi condivisi. L'autore descrive la propria impotenza di fronte a questo "mostro", la rabbia, il senso di perdita, ma anche la tenacia nel continuare ad assistere la madre con amore, accettando la lotta pur sapendo che la malattia avrà il sopravvento. Il racconto è un'intima confessione sul devastante impatto dell'Alzheimer e sulla forza dell'amore filiale.

...et fiat lux!

...et fiat lux!

La poesia descrive un'epifania, un ritrovamento della "luce" e della capacità di vedere la bellezza del mondo "Io vedo!". L'incanto e lo stupore di fronte ai colori e al paesaggio "le isole Tremiti, per la prima volta" suggeriscono una riscoperta o un nuovo modo di percepire la realtà. Non emerge direttamente il tema dell'Alzheimer, ma si potrebbe interpretare questa ritrovata "visione del mondo" come un momento di lucidità o una diversa prospettiva che può emergere anche in chi convive con la malattia, un'attenzione al presente e alla bellezza immediata. Tuttavia, il focus principale è sulla gioia della percezione ritrovata.

Solitudine / Alzheimer

Solitudine / Alzheimer

La poesia descrive un'esperienza interiore segnata da "solitudine", "rabbia", "smarrimento" e un tempo percepito come immobile, sensazioni che possono accompagnare la progressione dell'Alzheimer. La sensazione che "tutto sembra svanire" e la difficoltà nel riconoscere "le strade" potrebbero alludere alla perdita di memoria e al disorientamento spaziale tipici della malattia. Il grido "Non lasciatemi sola!" esprime la paura e il bisogno di supporto. La confusione "la nuova via, le strade che non riconosco" e il momento della "riflessione" finale suggeriscono un'interiorità che lotta per dare un senso al cambiamento.

A mio marito, Renato

A mio marito, Renato

La poesia esprime un senso di protezione e serenità "Adesso sei con me nulla può farci del male". Il "lento cammino passo dopo passo" potrebbe alludere al percorso difficile ma affrontato insieme. L'assenza della necessità della parola "Non serve la parola" e la centralità della "gratitudine" suggeriscono una comunicazione che va oltre il verbale, forse in un contesto in cui le parole vengono meno, come nell'Alzheimer. La presenza costante "nel cuore, per sempre" sottolinea un legame affettivo che persiste nonostante le difficoltà. La poesia sembra focalizzarsi sul conforto e sulla forza di un legame affettivo di fronte a una sfida, che potrebbe essere la malattia.

E ancora il buio...

E ancora il buio...

La poesia riflette un percorso interiore che dalla "notte" metafora della malattia, forse l'Alzheimer conduce alla "luce della scrittura" come strumento per superare il dolore. Versi come "che confusione… Mi gira la testa" e l'indecisione tra "computer sì, computer no" e "telefonino sì, telefonino no" potrebbero alludere alla disorientamento tipico della malattia. Tuttavia, prevale un forte senso di accettazione "voglio vivere anche questa esperienza", curiosità e una ritrovata felicità nonostante le difficoltà. La poesia sembra concentrarsi più sulla resilienza e sulla scoperta di nuove forme di gioia che sulla descrizione diretta dell'Alzheimer.

Perché sono serena gioiosa...

Perché sono serena gioiosa...

La poesia esprime la serenità e la gioia di una persona nonostante una malattia che minaccia di toglierle la voce, un riferimento potenziale alle difficoltà comunicative dell'Alzheimer. La determinazione a continuare a scrivere "e giuro lo farò ogni giorno" diventa un atto di resistenza contro la perdita. L'assenza di vergogna e timore, unita al ringraziamento, suggerisce un'accettazione e un sostegno ricevuto nel convivere con la malattia che erode le capacità espressive.

Luce, luce, luce...

Luce, luce, luce...

La poesia evoca un contrasto tra momenti di intensa gioia "luce, luce, luce" e una ricerca inquieta "lupi affamati di sapere e capire". Non emerge direttamente il tema dell'Alzheimer, ma si potrebbe interpretare la perdita di "luce" e la confusione come un'eco lontana della progressiva oscurità interiore vissuta da chi è affetto dalla malattia. I "lupi affamati" potrebbero simboleggiare la frustrazione e il desiderio di comprendere ciò che sta svanendo. Tuttavia, il focus principale sembra essere più ampio, sulla gioia e sulla sete di conoscenza.

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