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Falling - Storia di un padre

Falling - Storia di un padre

Anno di uscita 2020

Willis (un bravissimo Lance Henriksen, attore e doppiatore di lungo corso), un vecchio uomo rabbioso e avviato verso la demenza senile, vive solo in una fattoria isolata. Il figlio John (Viggo Mortensen strepitoso nella sua misurata interpretazione, nonché autore della sceneggiatura e regista del film) è cresciuto con lui e la sorella nella campagna rurale e successivamente divenuto pilota di aerei, si è stabilito in California, dove vive col suo compagno Eric e la figlia adottiva Mönica.


La vicenda inizia con il viaggio aereo che li porterà in California, dove il figlio, su incarico del padre, sta cercando una casa vicino a lui per non farlo sentire abbandonato nello sperduto ranch.


Willis dice che non è vero che ha chiesto di essere portato lontano dalla sua casa; che sono i figli, John e Sarah, a volerlo lì per rubargli la proprietà che nel corso del film verrà messa in pericolo, stante sempre alle parole del padre, dalla seconda moglie e dal nuovo fidanzato di lei. Ovviamente è la malattia che parla per lui.


Uno dei primi flash-back restituisce la fotografia di una famiglia apparentemente felice, dopo la nascita di John; Willis in un attimo di tenerezza, mai più dimostrata successivamente, dice al neonato "...Scusami se ti ho messo al mondo per poi morire...".

Il film si snoda in continui flash-back e ritorni al presente, ripercorrendo la vita della famigliola dalla nascita dei figli fino all’adolescenza e contrapponendo situali simili nelle due diverse epoche. Ne esce un ritratto di un padre dispotico, irascibile e permaloso, tratti del carattere che si accentueranno con il passare degli anni, diventando insopportabile per i continui sbalzi di umore in vecchiaia, le dimenticanze, l’ossessiva tendenza a parlare di bisogni corporali e i continui riferimenti al sesso.


Uno degli argomenti principali del vecchio sono le battute sull’omosessualità del figlio, arrivando a ipotizzare dettagli intimi che imbarazzano John. Ma il figlio aveva promesso a se stesso che questa volta avrebbe mantenuto la calma e non accettato le continue e non nuove battute del genitore.


Willis "…Figliolo, non sembri per niente gay… ma sei sicuro?…". Willis "…Nell’esercito lo sapevano che eri gay?...". John "…In realtà nemmeno io lo sapevo!...".


Uno dei momenti chiave, di una sceneggiatura solida dal punto di vista di rapporti padre-figli e della malattia, è il pranzo di famiglia con la sorella di John e tutti i nipoti di Willis.


In pochi minuti assistiamo allo sforzo dei figli per non far notare al padre che i suoi ricordi stanno svanendo, quando dà della “poco di buono” alla madre (morta giovane per un incidente, dopo che se n’era andata di casa), confondendola con la seconda moglie e matrigna dei due ragazzi, a sua volta andata a vivere con il vicino di casa.


La convivialità viene presto interrotta dall’uscita di scena piano piano dei presenti, concludendosi con il pianto della figlia che aveva fin lì assecondato il padre, pur sentendo ogni genere di nefandezze sulla madre, in realtà attribuibili alla seconda moglie.


Ma tutto ciò non sentiamo dalle parole del padre è vero o è dettato dall’accentuarsi della malattia che ha enfatizzato o creato ex-novo accadimenti di vita normale?


Il finale del film vede il vecchio che, tornato nel suo ranch (accetta senza protestare l’aiuto di una donna per le faccende domestiche), confessa di aver ucciso la cavalla preferita dalla madre di John che in realtà era della matrigna. In un dialogo ben costruito ci si avvia verso l’epilogo, tra accuse e ricostruzioni surreali del passato. Il vecchio sempre più rancoroso viene messo a tacere dalle urla di John che gli rinfaccia tutto quello che nella vita non è stato (un buon padre), colui che non hai mai detto ti voglio bene a nessuno e quello che è stato (un padre tirannico, anaffettivo e collerico).


Ne segue una riappacificazione, dovuta principalmente a John che rientra nei panni del buon figlio che sa che ormai è troppo tardi per recuperare il carattere del padre diventato ancora più negativo per colpa della demenza.


L’ultima scena vede il padre in terra nella neve, all’imbrunire, con il suo cavallo preferito che lo lecca.


Non sappiamo se morirà lì, sappiamo con certezza che John non ha rimorsi avendo trovato la quadratura di una situazione complessa: il ritorno del padre al ranch, l’aiuto in casa e la promessa di vedersi presto.


Le esigenze del malato vanno assecondate fintanto che non siano controproducenti per lo stesso.

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